sabato 26 settembre 2015

Non facciamoci influenzare






Quest' anno, in anticipo rispetto a quanto avvenuto nel 2014, si è iniziato a parlare di influenza e si sono fatte sentire le prime previsioni per quello che sarà l' andamento dell' inverno 2016. E' quello dei pronostici uno degli sport più in voga, non ci sono quote da attribuire o somme da vincere, per fortuna viene da dire, in quanto molto spesso gli incauti scommettitori sarebbero destinati a scottarsi le dita, rivelandosi la previsione 9 volte su 10 sbagliata.
Come lo scorso anno. Il clima che ha preceduto la stagione 2014-15 era assai sereno e non lasciava intravedere le nubi che si sarebbero poi addensate all' orizzonte, foriere di una stagione tempestosa non solo sul piano strettamente epidemiologico ma anche per gli aspetti mediatici. Questi ultimi sono quelli che hanno caratterizzato l' inizio della stagione, con al centro le polemiche che hanno accompagnato le morti attribuite al Fluad. Alcuni lotti del vaccino erano indiziati di accelerare la dipartita di persone già in condizioni precarie di età e di salute e, apriti cielo, la notizia ha scatenato un acceso dibattito che ha presto travalicato i limiti della doverosa riflessione scientifica per diventare un argomento dato in pasto ad un' opinione pubblica già non poco disorientata in merito alla sicurezza dei vaccini. La conseguenza è stata un calo vistoso dell' adesione alle vaccinazioni, anche se non così drammatico come si è voluto far credere. In effetti le conseguenze potevano essere devastanti se non fosse stato che a fine novembre, quando lo scandalo è scoppiato, la campagna volgeva al termine ed il calo è stato contenuto in “appena” il 10%, tutto sommato in linea con le flessioni registrate negli anni precedenti, che già ci avevano portato assai distanti dagli obiettivi minimi di copertura prefissati.
E' dal 2009 che si assiste ad un progressivo arretramento del livello di copertura della popolazione, dall' anno in cui ha fatto la sua apparizione il virus H1N1, protagonista di quella pandemia prima temuta come la peste del secolo e poi ridicolizzata al punto da incrinare la fiducia nelle istituzioni e nelle campagne di prevenzione da queste promosse anche se, va detto, senza troppa convinzione. In realtà il virus H1N1 era un virus che, se da un lato si è dimostrato blando nei confronti di larga parte della popolazione colpita, è tuttavia in grado di provocare quadri estremamente gravi e fatali in persone giovani anche perfettamente sane, come è avvenuto nell' ultima stagione. Ma a caratterizzare la stagione non è stato solo il virus pandemico, in quanto ad esso si è associato il virus H3N2 presentatosi in una nuova variante, non compresa nel vaccino, che si è resa responsabile di un andamento severo in diverse aree dell' America, dell' Europa e dell' Asia. Da questo binomio è derivata una stagione che ha messo a dura prova i nostri servizi territoriali ( non è una novità) e ha comportato un numero elevato di casi gravi e di decessi. Ma anziché fare una seria riflessione sulle ragioni vere di questo andamento e su quanto è mancato sul piano della preparazione, si è puntato a dare la colpa a quanti hanno abboccato alla leggenda dei vaccini killer.
Le previsioni di quest' anno volgono al brutto e si mette in guardia la popolazione su un ritorno del virus H1N1. Finalmente, viene da dire, il virus pandemico viene rappresentato come vera minaccia. Ma un allarme di questo tipo sembra francamente anacronistico: aveva senso lo scorso anno, quando c' erano i presupposti per una stagione fortemente condizionata da quel virus e molte persone potevano essere messe in guardia e, forse, si sarebbero potute salvare delle vite....
Non credo che quest' anno ci sarà un ritorno importante del virus H1N1. Anzi, voglio sbilanciarmi ( ma sono pronto ad essere smentito) ed affermo che probabilmente la stagione di quest' anno non ripeterà nei toni e nelle sue manifestazioni quella che l' ha preceduta, per una serie di ragioni.
Innanzitutto l' andamento della stagione nell' emisfero sud del mondo, pur non essendo necessariamente uno specchio di quello che poi si verificherà anche da noi, alcune indicazioni le fornisce. Dai bollettini di sorveglianza dell' OMS
non sono emerse situazioni critiche in nessuna area dell' America, dell' Oceania o dell' Asia. Nelle stagioni precedenti si erano registrate epidemie importanti legate al virus H1N1 che avevano interessato alcuni paesi dell' America meridionale e centrale, come in Brasile, Venezuela, Paraguay, Repubblica Domenicana, Costarica. Quest' anno il virus H1N1 si è fatto notare solo in maniera episodica e la stagione si sta concludendo senza sussulti particolari. Una maggiore presenza del virus H1N1 è stata segnalata in Sudafrica, ma senza arrivare ai picchi delle prime stagioni. L' India è stato l' unica regione dell' Asia teatro di una stagione drammatica per una circolazione importante del virus pandemico, iniziata quest' inverno e protrattasi fino ad oggi, ma probabilmente ciò è da imputarsi a fattori locali, di tipo ambientale e/o genetico. L' Australia ha assistito ad una stagione piuttosto severa, con un aumento consistente delle infezioni e con diversi ricoveri, legati in particolare al virus B, con una significativa presenza della linea Victoria, non presente nel vaccino trivalente, che potrebbe riservare qualche sorpresa anche da noi.
Potrebbe essere che il virus H1N1 stia incanalandosi a diventare un “innocuo” virus stagionale, a più di 6 anni di distanza dalla sua prima apparizione e nonostante fosse dato per “esaurito” già nel 2010. Non è che non sarà più temibile, ma probabilmente la sua diventerà un' azione non più da titoli nelle cronache dei giornali ma da avvisi nelle locandine funebri relative ad anziani deceduti, man mano che prenderà il posto di un virus H3N2 destinato a trovare meno terreno fertile nei nati dal 1968 in poi, che lo hanno incontrato nella loro prima infanzia e che quindi risulteranno protetti, per effetto del cosiddetto peccato originale antigenico. Intanto il virus H3N2, per diversi anni ancora, continuerà a rappresentare un importante problema di salute pubblica ma, per il prossimo anno, non ci sono elementi che facciano pensare ad una riedizione della stagione passata. I ceppi attualmente in circolazione sono antigenicamente simili a quelli dello scorso anno e questo vale anche per il ceppo A/Hong Hong/4801/2014 che è stato maggiormente isolato in questi ultimi periodi e che sostituisce il ceppo A/Switzerland/9715293/2013 nel vaccino raccomandato per l' emisfero sud nel 2016. Se si confermeranno questi ceppi, c' è da attendersi una maggiore protezione offerta dal vaccino e ricadute meno severe sulla popolazione anziana e su quella a rischio. Ovviamente questo presuppone che non ci siano nuovi crolli nell' adesione alla vaccinazione, ma anche su questo piano è lecito essere ottimisti e ritenere che l' andamento severo della scorsa stagione, impropriamente attribuito al caso Fluad, possa indurre più persone a rivedere le proprie posizioni e faccia risalire le percentuali di adesione alla campagna autunnale anche se, in mancanza di serie e motivate campagne di informazione, non c' è da aspettarsi che questo risultato sia duraturo.